Scarta la calza

Operaie Omsa: che cosa riserbia il futuro? (PIN)

(AGI) – Bologna, 3 gen. – Dopo i presidi organizzati in passato presso i punti vendita in varie citta’ italiane, nascono anche sul web le iniziative di boicottaggio dei prodotti della Golden Lady (azienda specializzata nella produzione di calze femminili) a seguito della decisione del gruppo di procedere al licenziamento di 239 dipendenti della Omsa di Faenza al termine della cassa integrazione straordinaria nel marzo prossimo.

Iniziative (da social network ai blog) nate come provocazione e protesta contro l’intenzione di trasferire “la produzione dall’Italia – si legge in uno di questi siti – per sfruttare manodopera a basso costo”. Sono migliaia le adesioni alla mobilitazione internet che sollecita i cittadini a non comprare i prodotti Omsa e Golden lady invitando, allo stesso tempo, amici e parenti a fare altrettanto. Preoccupati i sindacati per la sorte delle operaie faentine.

“Speriamo – ha detto Renzo Fabbri della Filctem Cgil – che il sito di Faenza venga riconvertito e che ci sia un gruppo di imprenditori interessato all’acquisto. La nostra intenzione e’ quella di ricollocare il maggior numero di lavoratori e lavoratrici possibile. I licenziamenti non sono il frutto di una crisi aziendale ma dell’intenzione di delocalizzare la produzione in Serbia dove la manodopera costa meno”.

Il rappresentante della Filctem Cgil ha poi spiegato che giovedi’ prossimo e’ in programma un incontro tra istituzioni (Regione, Provincia e Comune), eventuali compratori e la proprieta’. Seguira’, il 12 gennaio, un’altra riunione al ministero anche con le parti sociali. (AGI, 3 gen 2012)

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