Archivi categoria: Diritti e Società

Giù le mani

Il lupo (maschio) perde il pelo ma non il vizio. (edualc)

The Post Internazionale: Milano, molestie in piazza Duomo: “Non mi lasciavano, mi sono spaventata”

Rassegna Stampa jan 7, 2022 – 15:16

(da Rassegna stampa. news) È la notte tra San Silvestro e Capodanno quando, tra i festeggiamenti in strada e i botti (nonostante il divieto), a Milano si vive un’atmosfera che non ha nulla a che vedere con una festa. In piazza Duomo alcune ragazze vengono aggredite, strattonate e molestate da una trentina di ragazzi. Tramite le immagini delle telecamere e di alcuni filmati pubblicati in rete – come sulla pagina social Milanobelladadio – gli investigatori della Squadra mobile, coordinati dai pm del pool “fasce deboli” guidato dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, avrebbero già identificato alcuni degli aggressori.

Il primo video di cui si viene a conoscenza è quello che ritrae una ragazza di 19 anni, studentessa fuori sede, mentre viene strattonata dal branco. È circa l’1.30, è da poco il 2022, lei indossa un piumino rosso, una borsa e chiede aiuto mentre viene trascinata, accerchiata e sballottata da circa trenta ragazzi, molti di origine straniera. Si sente qualcuno dire “C’è una ragazza rimasta a terra” e ancora “No, no, no”, mentre la studentessa urla cercando aiuto. “Sembrava scherzassero, ma poi qualcuno mi ha strattonato con forza. Si sono fatti violenti. Ho pensato volessero rapinarmi e gli ho dato la borsa. Ma non mi lasciavano. Mi sono spaventata e ho iniziato a urlare”, questo il racconto della vittima riportato dal Corriere della Sera.

Insieme a un’altra ragazza – tratta in salvo grazie all’intervento di un amico – è stata risucchiata nella calca quando insieme si erano allontanate dal loro gruppo per andare alla toilette. A strappare la studentessa dal branco sono stati gli agenti in tenuta antisommossa che l’hanno protetta con gli scudi. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per violenza sessuale di gruppo.

Un secondo video mostra un’altra aggressione avvenuta poco prima della mezzanotte. Ci sono due ragazze di origine straniera terrorizzate e in lacrime. Cercano di allontanare un gruppo di giovani mentre vengono schiacciate contro le transenne. Qualche secondo dopo un ragazzo riesce a portarle via dalla folla. Piangono, hanno paura. Le indagini si allargano anche a questo caso e ad altri presunti abusi.

(tratto da Rassegna stampa. news)

Terezin

Nel 1941 la cittadina ceca di Terezín (in tedesco Theresienstadt), nata alla fine del ‘700 come città fortezza, venne destinata dalla Gestapo a ghetto, diventando un vero e proprio campo di concentramento con funzione di smistamento e transito per ebrei destinati ad Auschwitz.

“Un buon propagandista/ di un letamaio fa un luogo turistico.”(Bertolt Brecht)

Seid

Il suicidio di Seid Visin: le sue parole contro il razzismo

Il giovane Seid Visin aveva solo 20 anni. Nato in Etiopia, era stato adottato in Italia da piccolo, a 7 anni, a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Ex baby giocatore del Milan, nel 2019 scrisse una lettera, un duro atto d’accusa contro il razzismo che vedeva negli occhi delle persone.

 “Dinanzi a questo scenario socio-politico particolare che aleggia in Italia, io, in quanto persona nera, inevitabilmente mi sento chiamato in questione […] Prima di questo grande flusso migratorio ricordo con un po’ di arroganza che tutti mi amavano […] Adesso, invece, questa atmosfera di pace idilliaca sembra così lontana […]. Adesso, ovunque io vada, ovunque io sia, ovunque mi trovi sento sulle mie spalle, come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone.

Qualche mese fa ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, prevalentemente anziane, si rifiutavano di farsi servire da me […]. Dopo questa esperienza dentro di me é cambiato qualcosa: come se nella mia testa si fossero creati degli automatismi inconsci e per mezzo dei quali apparivo in pubblico, nella società diverso da quel che sono realmente […] Il che, quando stavo con i miei amici, mi portava a fare battute di pessimo gusto sui neri e sugli immigrati, addirittura con un’aria troneggiante affermavo che ero razzista verso i neri, come a voler affermare, come a voler sottolineare che io non ero uno di quelli […]. L’unica cosa di troneggiante però, l’unica cosa comprensibile nel mio modo di fare era la paura […] La paura per il disprezzo che sentivo nella bocca della gente, persino dai miei parenti che invocavano costantemente con malinconia Mussolini e chiamavano “Capitano Salvini”. La delusione nel vedere alcuni amici […] che quando mi vedono intonano all’unisono il coro ”Casa Pound”. […]

Con queste mie parole crude, amare, tristi, talvolta drammatiche, non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo io sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che stanno vivendo quelle persone dalla spiccata e dalla vigorosa dignità, che preferiscono morire anziché condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno. Quelle persone che rischiano la vita, e tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaporare, per assaggiare il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente “Vita”.

La colpa di Armine

Body shaming e dintorni.
La colpa di Armine BN
“Le persone sono spaventate da quello che è diverso. Non posso impedire loro di sparlare ma io posso ignorarle. Ci sono molti modi diversi di essere belli: consiglio di concentrarsi su di sé, su chi si è e su cosa si ama davvero” (Armine Harutyunyan)

La fame di libertà di Ebru

Ebru, Aytac e la fame di libertà.

La fame di libertà di Ebru

(ANSA) – ISTANBUL, 28 AGO – Era in sciopero della fame da 238 giorni perché voleva un processo equo dopo che era stata condannata a 13 anni di reclusione per “appartenenza a un’organizzazione criminale”. Ieri sera è deceduta in un ospedale di Istanbul.
Il caso riguarda l’avvocata Ebru Timtik, 42 anni. A dare notizia della sua morte è stato il suo studio legale. “Ebru Timtik, socia del nostro studio, è morta da martire”, si legge in un tweet. La donna aveva iniziato lo sciopero della fame lo scorso febbraio per chiedere un processo equo. Insieme al collega Aytac Unsal, pure lui in sciopero della fame, Timtik faceva parte dell’Associazione contemporanea degli avvocati, specializzata nella difesa di casi politicamente delicati. Le autorità turche accusano questa associazione di essere legata all’organizzazione marxista-leninista radicale Dhkp-C, un gruppo che ha commesso diversi attacchi ed è definito “terrorista” da Ankara e dai suoi alleati occidentali. Ebru Timtik aveva difeso in particolare la famiglia di Berkin Elvan, un adolescente morto nel 2014 per le ferite riportate durante le proteste antigovernative a Gezi Park nel 2013. La morte dell’avvocata ha provocato numerose proteste a Istanbul contro il governo. (ANSA).

Eclissi di un sogno

Eclissi di un sogno

Cinquantasette anni fa, il 28 agosto 1963, Martin Luther King, al termine di una marcia sui diritti civili a Washington, tenne il suo famoso discorso «I have a dream». Il 16 ottobre 1968, gli atleti Tommie Smith e John Carlos, sul podio olimpico di Città del Messico, dopo la finale dei 200 metri, abbassarono la testa e alzarono un pugno chiuso, indossando dei guanti neri, per ribadire la battaglia per i diritti civili degli afroamericani in America. Prima del ginocchio sul collo di George Floyd. Prima del ginocchio sul sogno di Martin Luther King.

Svetlana

Svetlana

L’appello di Svetlana Tikhanovskaya ai bielorussi

“Miei cari amati bielorussi, noi tutti e il nostro Paese stiamo vivendo un periodo molto difficile della nostra storia, in cui la meschinità si confonde con l’eroismo, la disperazione si confonde con il coraggio e l’amore con il tradimento. Durante questo periodo dobbiamo fare tutti la nostra scelta e questo richiede tempo. In questi giorni seppelliamo i nostri eroi e paghiamo tutti insieme perdite insostenibili per il Paese. Giovani innocenti assassinati. Le loro famiglie hanno bisogno di essere sostenute. Dobbiamo intitolare loro le strade, in futuro. I loro nomi rimarranno nella nostra memoria.

Non ho e non avevo illusioni sulla mia carriera politica. Non volevo essere un politico ma il destino ha deciso che fossi al fronte. E voi, che avete creduto in me, mi avete dato la forza. Ammiro il vostro coraggio, la vostra organizzazione e il sostegno che mi hanno dato le vostre voci. Lo apprezzo davvero e comprendo perché lo avete fatto: tutti volevano uscire dal vortice in cui siamo caduti 26 anni fa.

Sono pronta ad assumermi le mie responsabilità e ad agire durante questo periodo come leader nazionale, in modo che il Paese si calmi e ritorni alla normalità, in modo da rilasciare immediatamente i prigionieri politici. E preparare il quadro giuridico e le condizioni per nuove elezioni presidenziali, questa volta eque e trasparenti. Che saranno accettate incondizionatamente anche dal resto della comunità mondiale“. (Svetlana Tikhanovskaya)

Man on the Turkish Moon

Man on the Moon

Turchia: uomo per ore in piedi a piazza Taksim sfidando Erdogan

18 giugno 2013

(AGI) – Roma, 18 giu. – Dopo quasi tre settimane di violenze, si e’ vista una nuova forma di protesta a piazza Taksim, a Istanbul: un uomo si e’ piazzato da solo, in piedi, al centro della piazza, e non si e’ mosso per otto ore, fissando in silenzio le grandi bandiere turche che coprono un edificio su uno dei lati della piazza. Una protesta silenziosa e pacifica -seguita rapidamente da centinaia di epigoni, prima nella piazza, poi in tutto il Paese- in netto contrasto con le accese manifestazioni e la violenta repressione da parte della polizia.
Nella notte la polizia ha effettuato uno dei piu’ duri interventi contro i manifestanti ad Ankara, mentre a Istanbul e’ stata calma relativa. In mattinata, pero’, nella metropoli sul Bosforo la polizia ha eseguito decine di perquisizioni, compresi un giornale e un’agenzia di stampa. Un’operazione chiaramente mirata a soffocare le quasi tre settimane di proteste: le forze dell’anti-terrorismo della Direzione di Sicurezza turca hanno fatto irruzione nelle case di 90 membri del Partito Socialista degli Oppressi (Esp), un gruppuscolo della sinistra molto attivo nelle proteste a parco Gezi. La polizia ha perquisito anche gli uffici del quotidiano Atilim e dell’agenzia di notizie Etkin, entrambi collegati all’Esp.
‘L’uomo in piedi’ -come l’hanno ribattezzato i social media- e’ rimasto fermo per diverse ore a piazza Taksim, con gli occhi fissi al centro Culturale Ataturk: per ore fermo, con le mani in tasca, una borsa e alcune bottiglie d’acqua ai suoi piedi. Il suo atto di protesta dopo un po’ e’ stato seguito da alcune centinaia di persone, ma dopo alcune ore lui e i circa 300 che si erano uniti a lui, nonostante non pronunciassero alcuno slogan anti-governativo, sono stati fatti allontanare.
Trattenuto brevemente l’uomo e’ stato poi rilasciato. La notizia della protesta silenziosa e’ dilagata rapidamente nel web e l’hashtag di Twitter #duranadam (l’uomo in piedi) e’ rapidamente balzato al top di quelli piu’ utilizzati; e nel giro di qualche ore sono cominciate a circolare immagini di persone in piedi ovunque: in altre parti di Istanbul, nella capitale Ankara, a Smirne sulla costa del Mar Egeo.
Il premier, Recep Tayyip Erdogan, intanto ha difeso l’uso dei gas urticanti e ha accusato i manifestanti di aver sparato contro due poliziotti. E’ stato rilasciato invece il fotoreporter italiano, Daniele Stefanini, dopo il fermo di polizia a Istanbul. (AGI.it 18 giugno 2013)

Centofinestre

In ricordo di Peppino Impastato, il militante antimafia nato sessantaquattro anni fa a Cinisi, il 5 gennaio 1948, e ucciso ancora trentenne il 9 maggio 1978 da Cosa Nostra. Perchè non ci vuole niente a distruggere la Memoria.

Centofinestre

Casa Nostra

Non ci vuole niente a distruggere la memoria.

Casa Nostra

“Peppino Impastato, discarica nel casolare: la Regione intervenga”

05 marzo 2013 – SiciliaInformazioni.com – Cronaca Regionale

“Il casolare dove venne barbaramente ucciso Peppino Impastato non puo’ diventare una discarica a cielo aperto. La memoria di chi si e’ ribellato alla mafia e per questo ha pagato il prezzo piu’ alto non puo’ essere calpestata in questo modo. Rispondo al grido di allarme lanciato da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, chiedendo al presidente Crocetta di intervenire personalmente affinche’ quel luogo abbandonato possa diventare proprieta’ della Regione siciliana e patrimonio di tutti i cittadini che credono nella giustizia e nella legalita’, contro ogni forma di mafia”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, deputato Pd all’Assemblea regionale siciliana e segretario della commissione Territorio e ambiente, che ha scritto al governatore Rosario Crocetta per chiedere l’esproprio della proprieta’ per poter intervenire e bonificare l’area circostante.

‘Mi sento in dovere di rispondere all’appello lanciato da Giovanni Impastato che ha denunciato il pessimo stato in cui versa il casolare, lasciato all’incuria e all’indifferenza di tutti. Una richiesta legittima, quella di Giovanni, che desidera rispetto per la memoria di suo fratello. Un rispetto che tutti i siciliani dovrebbero pretendere e difendere. L’edificio – precisa il deputato – e’ di proprieta’ di un privato e, dunque, il Comune di Cinisi non puo’ intervenire per la bonifica del terreno e non puo’ effettuare alcun intervento straordinario e ordinario per preservare quel luogo simbolo della nostra memoria”.

“Insieme all’assessore comunale di Cinisi Vincenzo Cusimano, che ha gia’ proposto senza esito l’acquisto della proprieta’ da parte del Comune di Cinisi, – conclude Ferrandelli – abbiamo valutato l’ipotesi di un esproprio da parte della Regione affinche’ si agevoli il processo di riconoscimento di Luogo della Memoria e si provveda alle dovute tutele’. (SiciliaInformazioni.com)

Avvertenze d’uso

Il cartello recava la seguente scritta: “Avviso della casa di tolleranza. Ai signori clienti è vietato molestare le signorine prima di avere pagato“. Prima. E dopo? (PIN)

Avvertenze d'uso

L’Italia ‘balla’ per dire stop alla violenza sulle donne

14 febbraio, ore 19:51
Roma, 14 feb. (Adnkronos) – One Billion Rising, flash mob planetario contro la violenza sulle donne, è stato celebrato in tantissime città italiane. A Roma in migliaia hanno ballato perché “quando le donne si uniscono creano belle cose”

Free Jafar Panahi

Free Jafar Panahi

Closed Curtain, Panahi racconta la sua prigionia
12 febbraio, 19:40
(Ansa) “E’ la prima volta che un governo tedesco si rivolge ufficialmente ad un altro governo, quello iraniano, per chiedere la liberazione di un uomo” ha detto il moderatore dell’incontro per l’atteso ‘Closed curtain’ di Jafar Panahi e Kambuzia Partovi. Un film, girato clandestinamente, metafora della prigionia del regista condannato al silenzio. “Non è un film contro il regime – dice il coregista Partovi, mancando ovviamente Panahi – racconta l’unica storia che si poteva raccontare”. (Ansa)

 

Il cielo sopra Taranto. Galileiano

Il Cielo sopra Taranto_Galileiano

Ilva: governo pone questione fiducia su decreto in Aula Camera

18 Dicembre 2012 – 16:12

(ASCA) – Roma, 18 dic – Il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul decreto Ilva ”recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell’ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale” nel testo approvato dalle commissioni. Lo ha annunciato in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.

Il provvedimento consente la prosecuzione della produzione dopo il sequestro dello stabilimento da parte della magistratura in modo che l’Ilva possa procedere agli adempimenti ambientali e alla produzione e vendita secondo i termini stabiliti dell’autorizzazione integrata ambientale. (Asca)

Amianto. Filo di polvere

«Sono un cittadino di Broni colpito dal mesotelioma. Pensavo, statisticamente, che non mi sarebbe capitato: mia sorella di 40 anni è morta 16 anni fa, i medici mi hanno detto che io ho una forma cronica ma qui, di cronico c’è solo la paura. A noi piaceva correre da piccoli, ma nessuno ci aveva detto che, trent’anni dopo, un lupo chiamato mesotelioma ci avrebbe mangiato: non deve più accadere ai nostri figli e nipoti» (Daniele Rovati)

Daniele è morto mercoledì 21 novembre, ennesima vittima dell’amianto a Broni. A lui dedico questa immagine. Pin

Amianto Filo di polvere_2012©EDUALC 

 

La tregua

 La tregua_2012©EDUALC  

M.O.: tv, 10 i morti in raid aerei Israele su Gaza
ultimo aggiornamento: 20 novembre, ore 15:43
Gaza, 20 nov. – (Adnkronos/Aki) – Sono dieci in tutto i palestinesi rimasti uccisi in raid aerei effettuati nell’ultima ora da Israele sulla Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv locale al-Aqsa, che fornisce l’ultimo bilancio aggiornato delle vittime delle operazioni effettuate durante la visita a Gaza della delegazione della Lega Araba, guidata dal segretario generale Nabil al-Arabi. Secondo la tv, nel mirino dei raid sono finiti i quartieri di Sabra e Zaytoun, nella parte sud di Gaza, e la zona Beit Hanoun. (adnkronos/Aki)

Gaza: Hamas, “impartita lezione Israele”
Fonte usa toni trionfalistici: “Vittoria Hamas e Brigate Qassam”
20 novembre, 18:29
(ANSA) – GAZA, 20 NOV – Sono trionfalistici i toni di Hamas, in vista della possibile tregua nel conflitto con Israele.
“Abbiamo impartito al nemico sionista una lezione che non dimenticherà mai”, ha detto una fonte di Hamas all’ANSA, aggiungendo che il cessate il fuoco sarebbe “una vittoria di Hamas e delle Brigate Qassam”, il suo braccio militare.

Raid su Gaza, strage di bambini. Al Cairo si tratta per la tregua
07:42 19 NOV 2012
(AGI) – Gaza, 19 nov. – Israele ha continuato nella notte i bombardamenti su Gaza e ormai sono 84 le vittime palestinesi nella Striscia da quando mercoledi’ e’ iniziata l’operazione ‘Pilastro di Difesa’. Secondo fonti sanitarie palestinesi, almeno 11 palestinesi sono morti nelle ultime ore; e in un raid compiuto stamane dall’aviazione israeliana, sono rimasti uccisi altre quattro persone, tra cui un bimbo di 5 anni.
Intanto al Cairo proseguono i colloqui per arrivare a una tregua, che pero’ ancora non si vede all’orizzonte. La crisi sara’ oggi al centro dell’incontro tra i ministri di Esteri e Difesa dell’Unione Europea riuniti a Bruxelles (dove all’ordine del giorno ci sara’ anche lo status che l’Ue concedera’ alla nuova piattaforma dell’opposizione in Siria). Ieri, in un altro raid isrealiano sul distretto di Nasser, a Gaza, erano morti 10 civili, tra cui tre donne e sei bambini.
Finora oltre 1.000 razzi sono stati sparati da Gaza, di questi 544 hanno colpito il suolo israeliano, 302 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, finanziato dagli Usa. Obama assicura il suo sostegno a Israele ma lancia un appello per evitare un’escalation di violenza e Shimon Peres accusa: “Hamas vuole distruggerci”.
Ma ieri, in serata, proprio mentre arrivavano notizie di altre vittime palestinesi, il portavoce di Hamas, Razi Hamed, ha detto che il 90% degli elementi necessari per raggiungere una tregua con Israele sono stati definiti. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha pero’ avvertito che Israele e’ pronto ad “allargare significativamente” l’offensiva su Gaza e che “i soldati sono pronti per qualsiasi tipo di attivita’ che si dovesse richiedere”, quindi anche un’offensiva terrestre. (AGI)

Nasrin. Fiore d’acciaio

Nasrin_Fiore d'acciaio_2012©EDUALC

Iran/ Ebadi e ong: negate visite mediche a Nasrin Sotoudeh

Roma, 31 ott. (TMNews) – Da quando e’ stata arrestata nel 2010, Nasrin Sotoudeh, avvocata di 47 anni e madre di due figli, e’ stata spesso posta in regime di isolamento. Cosi’ come ad altri prigionieri, le sono state negate cure mediche adeguate e le e’ stato impedito di incontrare con regolarita’ i suoi familiari.

Nasrin Sotoudeh e’ attualmente ricoverata nell’infermeria del carcere di Evin, a Teheran. Ha iniziato uno sciopero della fame il 17 ottobre per protestare contro le vessazioni subite dai familiari e le restrizioni al suo diritto di ricevere visite.

Secondo quanto riferito dal marito Reza Khandan, Nasrin Sotoudeh ha intrapreso lo sciopero della fame quando ha saputo che la figlia dodicenne era stata convocata in tribunale per comunicarle il divieto di viaggiare all’estero. Inoltre, negli ultimi tre mesi, la direzione del carcere di Evin ha impedito incontri diretti tra la detenuta e i suoi figli (possono vedersi solo attraverso un vetro divisorio) e hanno imposto forti limitazioni alle telefonate. Nasrin Sotoudeh non incontra la madre e il fratello da quasi un anno.

‘Siamo seriamente preoccupati per lei e consideriamo le autorita’ iraniane responsabili di questa situazione’ – hanno sottolineato Shirin Ebadi e le sei organizzazioni per i diritti umani. (TMNews)