Maltempo: a Milano esonda lo Spread. (Pin)
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Crisi, il taglio del numero dei parlamentari è stato dimenticato in un cassetto.
(NanoPress) – Per combattere la crisi sia il governo che le opposizioni hanno annunciato più volte il taglio del numero dei parlamentari. Nelle intenzioni tutti d’accordo, ma all’atto pratico non sono stati fatti passi avanti. La dimostrazione è nel fatto che la Camera dei deputati ha richiesto per il 2014 gli stessi fondi utilizzati per il 2011. Questa richiesta può voler dire solo due cose, niente tagli oppure i parlamentari costeranno il doppio. (NanoPress, 25 ottobre 2011)
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Va’ pensiero invece dell’Inno di Mameli, bufera su Zaia
La Russa: presenterò ddl per disciplinarne l’uso
MILANO – “Presenterò un disegno di legge per disciplinare l’uso obbligatorio in determinate circostanze dell’Inno nazionale”. Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a proposito delle polemiche scaturite in seguito alla scelta di far suonare il Và Pensiero all’inaugurazione di una scuola in Veneto alla quale era presente anche il presidente Luca Zaia. “Così – ha aggiunto la Russa – avremo un riferimento normativo come esiste per l’esposizione della bandiera. In questo modo elimineremo un’altra occasione di discussione”. Il ministro della Difesa ha quindi precisato: “sono stato accomunato a quelli che ci hanno creduto ma io sono l’unico che ha dubitato che Zaia avesse effettivamente deciso di non far suonare l’Inno. Ho fatto bene perché ho scoperto che invece è stato suonato. Credo però che una sottovalutazione di questo che è un momento centrale delle cerimonie pubbliche ci sia stato anche in quell’occasione”. La Russa a proposito del Và Pensiero che è di fatto diventato l’Inno della Lega, ha quindi commentato: “é perfino più patriottico dell’Inno di Mameli e mi fa piacere che la Lega lo abbia scelto”. Quindi ha polemizzato con la sinistra: “mi fa piacere che a scandalizzarsi sia la sinistra, la stessa che quando io ero un po’ più giovane quando cantavano l’Inno nazionale ci gridava dietro che eravamo fascisti. Ci hanno messo trent’anni a riconoscere l’importanza dell’Inno, speriamo non ce ne mettano altri trenta per imparare le parole”.
(da Ansa.it, 15 giugno 2010)