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Woman and man


Talebani giustiziano una donna afgana in pubblico, il video su web

Accusata di adulterio, è stata uccisa a colpi di fucile nel villaggio di Qimchok in Afghanistan

Pubblicato il 09/07/12 da TMNews in Esteri| TAGS: roma

Roma, 9 lug. (TMNews) – Un video terribile, che mostra come i gruppi fondamentalisti islamici dettino legge persino vicino a Kabul. Sul web sono infatti filtrate le immagini dell’esecuzione di una donna afgana accusata di adulterio, giustiziata in pubblico dai talebani di fronte a una folla in un villaggio non distante dalla capitale dell’Afghanistan.

Nel filmato lungo tre minuti, un uomo con un turbante si avvicina a una donna in ginocchio e le spara cinque volte da pochi centimetri con un fucile automatico: la donna crolla a terra tra le ovazioni di un centinaio di uomini che assistevano alla scena in un villaggio nella provincia di Parwan.

“Allah ci intima di non avvicinarci all’adulterio perchè è la via sbagliata”, ha affermato un altro uomo mentre il killer si avvicinava alla vittima, “E’ un ordine di Allah che fosse giustiziata”.

Il governatore della provincia Basir Salangi ha spiegato che il video è stato girato una settimana fa nel villaggio di Qimchok, nel distretto di Shinwari, a un’ora di macchina da Kabul. (TMNews)


Madre e Figlia

 

Afghanistan: lapidate due donne, madre e figlia, per deviazione morale e adulterio.

Mentre aumenta il bilancio delle vittime tra i soldati stranieri, continuano le esecuzioni delle donne da parte dei talebani

(da Peace Reporter, 11 novembre 2011) – Afghanistan, continua la lista delle morti assurde. Ieri due donne, una madre vedova e sua figlia, sono state lapidate e poi finite con colpi d’arma da fuoco. L’efferato crimine è avvenuto nella provincia sud-orientale afghana di Ghazni, in un centro abitato a poche centinaia di metri dalla sede del governo e del commissariato di polizia locale. La vicenda è stata riferita da fonti anonimedella sicurezza di Ghazni City. Da quanto dichiarato le due donne sarebbero state prelevate dalla loro casa nel quartiere di Khawaja Hakim, condotte nel cortile, lapidate e infine uccise con degli spari d’arma. Le fonti assicurano che il delitto commesso è stato opera dei talebani. Le due vittime erano state accusate di “deviazione morale ed adulterio”. Già nell’ottobre scorso a Ghazni un’altra donna era stata uccisa perché accusata di aver assassinato la suocera, mentre nel 2010 a far scalpore fu il caso di Ajna, ragazza di 26 annilapidata per adulterio al ritorno del marito rimasto 5 anni in Iran. I casi si moltiplicano, mentre i ribelli negano le accuse come diffamazione verso i talebani. Un caso analogo avvenne l’anno precedente quando agli insorti di Al-Qaeda fu imputato l’omicio di una vedova incinta ammazzata a frustate. Mentre aumentano i casi di lapidazione, anche tra i soldati stranieri si registra un’altravittima. Un militare della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato) è morto oggi nell’Afghanisyan meridionale. Secondo calcoli non uffciali sono 518 le vttime cadute in guerra dall’inizio dell’anno, mentre le perdite Isaf nell’arco dell’intero decennio di intervento sono 2.799.  (da Peace Reporter, 11 novembre 2011)

PIN-121. Sotto tiro

Afghanistan: caporal maggiore di Viterbo ucciso da ordigno

(ANSA) – ROMA, 12 LUG – Un altro soldato italiano ucciso in Afghanistan: il primo caporal maggiore Roberto Marchini, 28 anni, appartenente all’8/o Reggimento Genio Guastatori Folgore di Legnago (Verona), e’ saltato su uno di quegli ordigni che era specializzato a disinnescare. E’ la quarantesima vittima dal 2004. Originario di Viterbo, Marchini stava per tornare in licenza. L’attentato stamani, a circa 3 chilometri a ovest dalla ‘Fob Lavaredo’, la base avanzata del contingente italiano nel distretto di Bakwa. Venerdi’ i funerali solenni a Roma.  (ANSA)

La guerra di Kabul

Ovunque impazzava il toto-ritiro. (PIN)

“La gente raramente vince le guerre, i governi raramente le perdono. La gente viene uccisa. I governi si trasformano e si ricompongono come teste di idra. Usano la bandiera prima per cellofanare la mente della gente e soffocare il pensiero e poi, come sudario cerimoniale, per avvolgere i cadaveri straziati dei loro morti volenterosi”. (Arundathi Roy, scrittrice indiana)