12 agosto 1944. L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema

Eccidio di Sant’Anna di Stazzema. Nomi e cognomi.
Il ruolo dei collaborazionistiI fascisti locali. Le guide delle SS tedesche (tratto dal Portale di Sant’Anna di Stazzema)
All’epoca Sant’Anna era ancora più defilata e di difficile accesso di quanto lo sia oggi; per raggiungerla si dovevano percorre le vecchie mulattiere che da Valdicastello (Pietrasanta) e dal versante di Stazzema vero e proprio raggiungevano il villaggio di Sant’Anna dopo almeno due ore di difficile e faticosa marcia. Fu proprio questa caratteristica che spinse nell’estate del 1944 un migliaio di sfollati a raggiungere questi luoghi ritenuti praticamente inaccessibili. Eppure il 12 agosto 1944 Sant’Anna venne circondata da quattro colonne SS tedesche. Le quattro compagnie si mossero dalla zona di Pietrasanta intorno alle tre di notte percorrendo quattro diverse direttrici e raggiungendo verso le sei del mattino la vallata del paese. La salita fu pertanto compiuta durante la notte, e fu quindi essenziale la guida di italiani, per lo più versiliesi, profondi conoscitori dei luoghi, per raggiungere i vari borghi del paese. Alcuni superstiti dell’eccidio hanno rilasciato precise testimonianze in merito all’operato di questi italiani rinnegati. Individui col volto coperto, che parlavano italiano, addirittura in dialetto versiliese.Con la partecipazione attiva alle stragi dell’estate 1944, i fascisti scrissero la pagina più infame della loro collaborazione con l’occupante nazista, dopo essersi già macchiati di gravissime colpe, dalla fucilazione di partigiani, alle violenze e ai soprusi commessi ai danni della popolazione.
Dichiarazioni di testimoni oculari, utilizzate durante i processi a carico dei criminali nazifascisti: “dal punto dove ero nascosto sentivo parlare anche in italiano” (F.B., superstite dell’eccidio).“Vedi che c’è qui se te sorti! Mi disse un individuo in tuta mimetica che impugnava una pistola, mentre cercavo di uscire dalla casa” ( B.B, superstite dell’eccidio).“Dai mora! Gridava un milite che trascinava una mucca” (E.M., superstite dell’eccidio).
(Tratto dal Portale di Sant’Anna di Stazzema)

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