I massacri di Hama


Massacro a Hama, citta’ simbolo rivolta
Trent’anni fa regime soffoco’ dissenso con decine migliaia morti

ANSA.it – 31 luglio 2011

ROMA – Con l’attacco dei carri armati oggi all’alba, alla vigilia del Ramadan, il regime di Damasco è tornato a colpire la città di Hama già doloroso simbolo della rivolta e della repressione nel Paese.

IL MASSACRO DELL’82 – Il presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, inviò le truppe nella città 200 chilometri a nord di Damasco, per soffocare il dissenso allora guidato dalla formazione sunnita dei Fratelli musulmani, la cui roccaforte era diventata appunto Hama, che avevano anche organizzato un attentato, fallito, contro di lui. La città vecchia fu rasa al suolo e il bilancio dell’intervento dell’esercito fu di decine di migliaia di morti: 20mila è la cifra rimasta alla storia, ma secondo alcune fonti furono molti di più, fino a 30mila su una popolazione di 350mila.

LE PROTESTE DEL 2011 – Con una popolazione attuale di 800mila abitanti, Hama non si é rivelata da subito uno degli epicentri della protesta senza precedenti che da oltre quattro mesi ormai percorre la Siria. Ma con il passare delle settimane, di venerdì in venerdì, le manifestazioni in città si sono fatte sempre più massicce e partecipate attirando l’attenzione delle forze di sicurezza intervenute a più riprese, fino allo scorso giugno quando, secondo attivisti dell’opposizione, le forze del regime hanno ucciso almeno 60 dimostranti. – Il 2 luglio scorso il presidente Bashar al Assad, nel tentativo di riportare la situazione sotto controllo, ha sollevato dall’incarico il governatore della provincia di Hama. Il gesto non ha placato la protesta che, al contrario, è scesa in piazza ancor più vigorosa il giorno seguente, così come hanno fatto a decine di migliaia contemporaneamente praticamente in tutto il Paese. – Con una simbolica presa di posizione solidale con la protesta, la prima del genere dall’inizio delle manifestazioni nel marzo scorso, l’ambasciatore Usa a Damasco e quello francese si sono recati l’8 luglio scorso ad Hama nel tentativo di fare pressione su Assad affinché limitasse l’uso della forza. Il governo siriano ha risposto però convocando i diplomatici due giorni dopo e ammonendo la loro condotta. Il giorno seguente sostenitori di Assad hanno preso d’assalto le ambasciate Di Usa e Francia a Damasco. (ANSA.it del 31 luglio 2011)

Disegni e immagini  sulle  sanguinose repressioni perpetrate dal regime di Assad in Siria.

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